Illuminazione: luce dura, morbida e distanza della fonte luminosa
Esiste un legame tra le dimensioni della fonte luminosa, la sua distanza dal soggetto da fotografare ed il tipo di illuminazione che si ottiene.
Per spiegare questo concetto ho realizzato queste due semplici illustrazioni.
In entrambe le situazioni vi è raffigurata una sala posa schematizzata, vista dall’alto. Sul fondale grigio, c’è un omino, del quale si vedono la testa (nera) e le spalle (grigie). E’ presente, inoltre, un faretto acceso, che riflette il suo fascio luminoso sulla superficie interna di un ombrello fotografico. La luce così riflessa illumina l’omino.
In questa prima immagine l’ombrello fotografico è posto piuttosto vicino al soggetto. Come conseguenza di ciò la luce risulta diffusa. E’ possibile notare, ad esempio, come i contorni dell’ombra dietro al “modello” siano molto sfumati.
Nell’illustrazione qui sotto, al contrario, l’ombrello fotografico è posizionato ad una distanza dall’omino che è maggiore, se paragonata a quella dell’immagine precedente. Questo si traduce in un tipo di illuminazione più dura.
Quando la luce è dura, i contorni delle ombre sono ben delineati.
In entrambi i casi, la fonte luminosa è la stessa: la luce riflessa da un faretto sulla superficie interna di un ombrello fotografico. Ciò che cambia è la distanza che separa la fonte luminosa dal soggetto illuminato.
In altre parole, più avvicino l’ombrello al modello, più la luce sarà diffusa; più allontano l’ombrello dal soggetto, più la luce sarà dura.
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