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André Kertész. L’opera 1912-1982 – Camera Torino

Si svolge a Torino, dal 19 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024 presso CAMERA (Centro Italiano per la Fotografia), una mostra fotografica di uno dei maestri assoluti della fotografia del XX secolo, André Kertész. L’opera 1912-1982., L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con la Médiathèque du patrimoine et de la photographie (MPP) di Parigi – Istituto che conserva gli oltre centomila negativi e tutti gli archivi donati dal fotografo allo Stato francese nel 1984. La mostra è composta da oltre centocinquanta immagini che ripercorrono l’intera carriera del fotografo di origini ungheresi.

André Kertész, nato il 2 luglio 1894 a Budapest, Ungheria, è stato un fotografo di fama mondiale noto per la sua straordinaria capacità di catturare momenti unici e emozioni autentiche attraverso il suo obiettivo. Il suo contributo al mondo della fotografia è notevole, e la sua carriera si estende attraverso vari periodi storici significativi.

Kertész ha vissuto e lavorato in un’epoca di profondi cambiamenti sociali e politici. La sua giovinezza ha coinciso con gli sviluppi tumultuosi del XX secolo, inclusa la Prima Guerra Mondiale e le conseguenze della Rivoluzione Russa. Tuttavia, il suo interesse per la fotografia è emerso in un’epoca in cui questo mezzo stava ancora affermandosi come forma d’arte autonoma.

La formazione di Kertész è stata intrinsecamente legata alla sua passione per la fotografia. Inizialmente, ha studiato scienze economiche all’Università di Budapest, ma il suo interesse crescente per la fotografia lo ha portato a dedicarsi completamente a questa arte. La sua osservazione acuta del mondo e la sua capacità di catturare la vita quotidiana attraverso la lente della sua macchina fotografica sono diventate le sue qualità distintive.

Il contributo più significativo di Kertész al mondo della fotografia è il suo stile distintivo. Pioniere della fotografia di strada e della fotografia documentaria, Kertész ha sviluppato uno stile che si distingue per la sua capacità di catturare la poesia della vita quotidiana. Le sue immagini sono spesso caratterizzate da composizioni equilibrate, uso creativo della luce e una prospettiva unica. Kertész era un maestro nell’arte di trasformare situazioni ordinarie in momenti straordinari attraverso il suo sguardo sensibile.

André Kertész Studio con una forchetta Parigi, 1928 © Donation André Kertész, Ministère de la Culture (France), Médiathèque du patrimoine et de la photographie, diffusion RMN-GP
André Kertész Studio con una forchetta Parigi, 1928 © Donation André Kertész, Ministère de la Culture (France), Médiathèque du patrimoine et de la photographie, diffusion RMN-GP

Una delle sue opere più celebri è la serie “Distorsioni”, in cui ha sperimentato con gli effetti di lenti speciali per creare immagini surreali e distorte. Questa serie evidenzia la sua creatività e la volontà di spingersi oltre i confini convenzionali della fotografia.

In conclusione, André Kertész ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della fotografia. Attraverso la sua formazione autodidatta e il suo occhio unico, ha catturato la bellezza nelle situazioni più comuni. La sua eredità continua a influenzare generazioni di fotografi, dimostrando che la vera arte può emergere da una visione personale e da una profonda connessione con il mondo che ci circonda.

La mostra segue le tappe biografiche dell’autore, dalle prime fotografie amatoriali scattate nel suo paese d’origine e durante gli anni della prima guerra mondiale, alle celebri icone realizzate nella Parigi capitale del mondo culturale degli anni tra Venti e Trenta, i capolavori realizzati nello studio del pittore Piet Mondrian, le scene di strada e infine le “distorsioni” che lo hanno reso una figura di primo piano anche nell’ambito surrealista. L’esposizione getta poi una nuova luce sulla lunga seconda parte della sua esistenza, trascorsa al di là dell’Oceano, in un clima culturale profondamente diverso: le immagini di questi anni dimostrano infatti come da un lato Kertész continui la sua ricerca ritornando sugli stessi temi, dall’altro evidenzia l’effetto che le nuove architetture, i nuovi stili di vita, i nuovi panorami cittadini hanno sulla sua fotografia.

La mostra, curata da Matthieu Rivallin – responsabile del Dipartimento di fotografia della MPP, grande esperto di Kertész – e da Walter Guadagnini – direttore artistico di CAMERA –, celebra anche il sessantesimo anniversario della presenza del fotografo alla Biennale di Venezia: la traccia delle opere in mostra si basa infatti sulla lista manoscritta delle opere esposte in quell’occasione, ritrovata tra i documenti presenti negli archivi della MPP, una curiosità in più che lega il grande maestro al nostro paese.

Per maggiori informazioni vistare il sito https://camera.to/