Gli Esposimetri esterni sono ancora attuali?
Gli esposimetri servono a misurare la quantità di luce presente in una scena. In fotografia, questo valore è fondamentale, poiché è proprio la quantità di luce che “colpisce” ciò che vogliamo fotografare, che determina la coppia tempo/diaframma che verrà impostata sulla macchina fotografica per ottenere l’immagine voluta. Se volete approfondire il funzionamento del meccanismo che regola l’esposizione in una macchina fotografica e, in particolare, la relazione esistente tra luce, tempi e diaframmi, potete leggere l’articolo intitolato: il triangolo dell’esposizione.
Praticamente, al giorno d’oggi, ogni macchina fotografica dispone di un proprio esposimetro in grado di misurare la quantità di luce che colpisce la scena inquadrata e, nelle fotocamere più attuali di fascia medio-alta, questo compito viene svolto egregiamente.
La domanda è, quindi, la seguente: ha ancora senso utilizzare un esposimetro esterno?
L’uso degli esposimetri esterni negli anni passati
A dire la verità, anche in passato, quando gli esposimetri delle fotocamere non erano precisi come quelli odierni, molti fotografi non utilizzavano un esposimetro esterno: per esperienza, in base alla pellicola utilizzata e alle condizioni di luce ambiente, erano in grado di impostare, con buona approssimazione, tempi e diaframmi adeguati ad ottenere un’immagine correttamente esposta; a volte anche senza nemmeno utilizzare l’esposimetro incorporato nella macchina fotografica.
Nella fotografia con il flash, conoscendo il numero guida del flash stesso, si può calcolare (e lo si poteva fare anche in passato) la giusta combinazione di tempi e diaframmi per ottenere una fotografia correttamente esposta, utilizzando una formula matematica non molto complessa. Pur non essendo una formula particolarmente difficile, diventa evidente che poter misurare la luce emessa da un singolo flash, o dalla combinazione di più flash contemporaneamente, tramite un esposimetro esterno poteva in passato (e può tuttora) facilitare il lavoro di fotografi di moda, di still life e ritrattisti, che potevano rimanere concentrati sulla creazione dell’immagine fotografica, senza doversi distrarre nel fare calcoli matematici e sveltire tutto il processo fotografico (in realtà, erano solitamente gli assistenti dei fotografi a misurare l’esposizione).
Gli esposimetri oggi
Per chi fotografa a luce ambiente, la possibilità di vedere immediatamente sullo schermo della fotocamera digitale la scena inquadrata e la presenza dell’istogramma che mostra in modo sintetico la distribuzione dei pixel dell’immagine in base alla loro luminosità, rende il contributo degli esposimetri esterni meno rilevante, rispetto al passato.
Per quanto riguarda le fotografie in cui vengono utilizzati più flash (ma anche più illuminatori a luce continua, come per esempio nei set cinematografici) l’uso dell’esposimetro esterno è molto ancora rilevante. Detto questo, non significa che un esposimetro esterno non possa essere utilizzato con profitto in altre situazioni.
Se dovessi consigliare un esposimetro oggi, sicuramente al primo posto metterei il Sekonic Flashmate L-308X poiché è un esposimetro compatto, comodo da trasportare, semplice nell’utilizzo e con le funzioni base più utilizzate.
A fini didattici, potrebbe essere conveniente utilizzare un esposimetro esterno come il Sekonic L-208 TWINMATE (foto sotto). Tuttavia, se desiderate acquistare questo esposimetro dovete essere consapevoli che il Twinmate non misura la luce del flash. Lo ritengo utile ai fini didattici per via del fatto che offre all’utente un approccio “visuale alla ghiera dei tempi e dei diaframmi”.