Life. I grandi fotografi
Lo reputo un libro fondamentale sia per chi si interessi di storia sia per gli appassionati di quella branca della fotografia chiamata fotogiornalismo.
Il libro non è recente: è stato pubblicato in Italia da Contrasto nel 2009, ma credo rappresenti un testo comunque importante e pur sempre attuale per chi si interessi di fotografia.
La rivista LIFE fu “fondata” nel 1936 da Henry Luce, che nel primo numero del 23 novembre di quell’anno ne descrisse la missione con queste parole:
vedere la vita, vedere il mondo, essere testimoni oculari dei grandi avvenimenti; vedere cose inconsuete – macchine, eserciti, folle, ombre nella giungla e sulla luna – vedere il lavoro dell’uomo, i suoi dipinti, le torri, le scoperte; vedere cose che esistono a miglia e miglia di distanza, cose nascoste dietro le pareti, nelle stanze, cose pericolose; vedere le donne amate dagli uomini e vedere i bambini; vedere e assaporare il piacere dello sguardo; vedere ed essere stupiti, vedere e imparare cose nuove. Così vedere ed essere visti diventa ora e resterà in futuro il desiderio e il bisogno di metà del genere umano
Una missione di questo genere mette bene in evidenza il ruolo centrale che avrebbe ricoperto la fotografia sulle pagine della rivista. Quale strumento meglio della macchina fotografica avrebbe potuto mostrare la vita, il mondo ed i grandi avvenimenti al proprio pubblico di lettori? Dall’avvento di LIFE le immagini non furono più relegate al mero ruolo illustrativo, ma acquisirono anche una vera e propria funzione narrativa e descrittiva. Solo dieci anni prima la Leica aveva introdotto il formato 24×36 con un caricatore metallico per pellicola 35mm con doppia perforazione. Fu una vera e propria rivoluzione, poiché da quel momento i fotografi ebbero a disposizione macchine fotografiche piccole, leggere e con ampia autonomia, senza dover rinunciare a negativi di alta qualità . Nel 1936 i fotografi avevano quindi la possibilità di scattare fotografie in luoghi poco accessibili e con un’agilità prima impensabile. Henry Luce coniò un nuovo termine per descrivere la capacità della macchina fotografica di catturare le più sfuggenti e caratteristiche sfumature di un soggetto, di un ambiente e una situazione e trarne un racconto: saggio fotografico (photographic essays).
Quindi, per chi si interessa di storia questo libro può essere considerato come un valido documento, non tanto per capire il modo in cui si sono svolti i fatti, ma piuttosto per avere un’idea del tipo di propaganda a cui veniva esposto il pubblico della rivista. La frase di Henry Luce: “Vedere ed essere visti diventa ora e resterà in futuro il desiderio e il bisogno di metà del genere umano” è quella che più dichiaratamente ha una connotazione propagandistica (a tale proposito vi rimando alla lettura del libro di Edward Bernays: “Propaganda”, uscito nel 1928), ma la propaganda diffusa tramite quella rivista non si è limitata certamente solo a quello e per tale motivo sarebbe interessante sfogliare questo libro fotografico dopo aver letto anche l’opera di Bernays.
Per chi è invece interessato al fotogiornalismo come branca della fotografia “LIFE. I grandi fotografi” è indubbiamente da considerarsi come un punto di riferimento, perché raccoglie le fotografie più significative realizzate dai maestri dell’epoca d’oro del fotogiornalismo. Tra gli altri, hanno lavorato o collaborato per LIFE: Margaret Bourke-White, Robert Capa, Alfred Eisenstaedt, Andreas Feininger, Philippe Halsman, Neil Leifer, John Loengard e William Eugene Smith. Molti aspiranti fotografi si sono formati studiando con attenzione proprio le fotografie pubblicate su LIFE. Questo libro è un’antologia che contiene una piccola selezione delle fotografie più significative di tutti i fotografi di LIFE.
“La parola scritta diventa rapidamente obsoleta: una notizia vecchia è un ossimoro. Invece le fotografie vecchie continuano a richiamare la nostra attenzione e credo sia proprio questo lo spartiacque tra le ambizioni dei fotografi e quelle dei giornalisti”.
– John Loengard
Il libro: Life. I grandi fotografi