Vivitar 285: l’Harley Davidson dei flash
Una delle prime immagini che mi vengono in mente quando penso alle Harley Davidson, sono le moto personalizzate: i chopper.
So che Harley e chopper non sono esattamente la stessa cosa, ma è anche vero che è difficile trovare due Harley Davidson identiche: i proprietari di queste moto cercano sempre di personalizzare le loro “compagne” di viaggio con accessori particolari, decorazioni ricercate e componenti aggiuntivi.
Se si effettua una ricerca in rete si scopre che ci sono i customizer: appassionati o professionisti che dedicano tutte le energie per progettare e creare nuovi componenti per le Harley in commercio. Insomma, dei veri e propri designer. Qualcuno li chiama addirittura “stilisti”.
Le Harley sono motociclette di grande cilindrata, comunque sopra i 750 cc, pensate per i lunghi viaggi e che producono un caratteristico, e non sempre gradito, rumore di scarico, ci racconta Wikipedia.
Il flash Vivitar 285 sembra aver qualcosa in comune con le Harley.
I primi esemplari furono prodotti negli anni Settanta , i modelli 283 e 285 ebbero un grande successo ed a tutt’oggi ci sono migliaia di appassionati e fotografi professionisti che continuano ad utilizzarli.
Il Vivitar 285 è un flash portatile con numero guida 36 (zoom in posizione normale); un numero guida di tutto rispetto, per un flash da montare sul contatto a caldo della macchina fotografica. Le dimensioni non sono proprio da peso piuma, ma si riesce comunque a reggerlo con una mano.
Non è un flash TTL, ma per me e per voi, non è un problema…
Il funzionamento è molto semplice: nella parte anteriore c’è una manopola, che regola la potenza del lampo. In posizione “M” la potenza è massima, se si vuole dimezzarla si può ruotare la manopola in corrispondenza del valore di “1/2”, se il lampo è ancora troppo forte lo si può regolare sul valore di “1/4” o, addirittura, di “1/16”. Ciò significa che consente, a differenza di tantissimi modelli di flash nuovi e magari anche dalla tecnologia sofisticata, un controllo manuale dell’intensità del lampo. Questa è la cosa più importante!
Può funzionare anche in modalitò automatica, se si imposta la manopola su uno dei seguenti colori: giallo, rosso, blu, viola. Tuttavia, non credo che sia questa la carattersitica più interessante di questo flash, per il tipo di uso che ne faccio, comunque sappiate che a 100 iso…
Giallo: diaframma alla massima apertura, head zoom in posizione normale, distanza tra 1,8 e 18 metri.
Rosso: diaframma a media apertura, head zoom in posizione normale, distanza tra 1,5 e 9,1 metri.
Blu: diaframma molto chiuso, head zoom in posizione normale, distanza tra 0,7 e 4 metri.
Viola: diaframma chiuso al massimo, head zoom in posizione normale, distanza tra 0,7 e 3,3 metri.
Questi flash rappresentano una soluzione economica e pratica se si vuole realizzare uno studio fotografico portatile, relativamente leggero e senza spendere cifre esorbitanti: con due Vivitar 285, due ombrelli fotografici, due cavalletti, la macchina fotografica, un telecomando e due receiver si dispone di tutto il necessario per controllare la luce in moltissime situazioni, all’aperto o al chiuso.
Tempo fa un negozio di New York effattuava modifiche ai Vivitar 283 e 285. Trasformava questi modelli in flash più potenti, flessibili e sostituiva la parabola di serie con una nuova: venivano chiamati gli Armatar Vivitar. L’NVS-1 era, invece, un Vivitar 283 modificato a potenza raddoppiata, con parabola modificata, realizzato dal signor Stuessy; è molto difficile trovarne uno sul mercato dell’usato.
Sui siti di aste online è ancora possibile trovare piastre in metallo che sostituiscono il piede in plastica dei Vivitar.
Esempi di Vivitar modificati:
– esempio 1 di Vivitar modificato (spiegazione in inglese)
– esempio 2 di Vivitar modificato (spiegazione in inglese)
– esempio 3 di Vivitar modificato (spiegazione in inglese)
– esempio 4 di Vivitar modificato (spiegazione in inglese)
– Foto di alcuni Armatar Vivitar
– A versatile manual power control for the Vivitar 283 (spiegazione in inglese)
– altro esempio di modifica (spiegazione in inglese)
– Azienda che effettua modifiche e vende batterie (in inglese)
Altre risorse:
– il ritorno di un classico (283) (articolo in inglese)
– Vivitar 285HV: recensione di Popphoto (articolo in inglese)
– Un articolo del New York Time del 1992 (in inglese)
Attenzione: alcuni vecchi modelli, in particolare quelli che non sono contrassegnati dalla sigla 285HV, potrebbero danneggiare le nuove fotocamere reflex digitali, se collegati tramite contatto a caldo con esse.
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un 283 modificato
Ciao
mi ha incuriosito il tuo articolo.
ho un 285 e, magari acquistandone un secondo come da te indicato, vorrei utilizzarlo in studio.
E’ possibile utilizzarlo con una digitale (canon 400d)? e se si eventualmente quale “flash trigger” devo utilizzare, con quali caratteristiche?
grazie
a presto
Non sono sicuro di aver capito bene la domanda.
Vuoi sapere se con un radio trigger o una fotocellula si può far scattare al momento giusto un Vivitar 285 che non sia collegato fisicamente alla macchina fotografica?
In tal caso, la risposta è sì.
Di radio trigger ce ne sono fortunatamente di diversi tipi: i più economici si trovano su eBay e costano circa 30 euro, poi ci sono i Pocket Wizard che hanno un prezzo dieci volte superiore ed offrono maggiori funzioni e prestazioni; esistono inoltre delle vie di mezzo, ma per ora, non ho avuto occasione di provarle…
Salve,
ho utilizzato un vivitar 283 sulla canon 450d, non sapendo della pericolosità che potrebbe rappresentare questo flash: infatti in uscita al flash c’erano più di 150v! il problema è che ho fatto la misura dopo averlo provato sulla fotocamera. Comunque,la fotocamera non sembra essere stata minimamente danneggiata, però potrebbe darsi che siano stati danneggiati solo li circuiti riguardanti il flash esterno?
Grazie
non vi seguo
io ho un 283 e un 285, si possono utilizzare su canon 450d o no?
Sarebbe splendido se fosse ancora possibile trovarne qualcuno in giro (che non provenga dall’america)…